13 maggio 2011

CinCin

Cinquanta euro per sei ore della tua vita vestito come un pinguino - si signore, no signora, prego signora, il bagno è di là.
Preparati i tavoli, apparecchiato il buffet, scarrozzati vassoi di tartine dentro e fuori da quel girone dantesco, quell'apoteosi di fiamme, vapori ed odori in cui si è trasformata la cucina dell'albergo, che ti aspetti che al prossimo giro lo chef abbia le corna ed il forcone di Belzebù.

I piatti per i bambini al tavolo Aragosta, mentre alcuni di loro giocano alla reception con l'animatrice e altri si sono seduti vicino ai propri genitori, ingolfando spazi, sottraendo sedie, spostando posate e bicchieri.
Le famiglie di lui e di lei che conversano amabilmente, fingendo di ignorare il caos che imperversa.

Sudatissimo che la camicia è saldata alla schiena - il solo gilet di raso a salvaguardare un barlume di decoro - versi lo spumante agli sposi per l'ennesima foto.
Genio di un fotografo che vuole lui e lei in controluce al tramonto e una cascata di spumante che deborda dai bicchieri,  simbolo di abbondanza secondo lui (secondo te qualcuno dopo dovrà lavare a terra).

Lei nè bella nè brutta, che è strano per una sposa.
Ricca senz'altro, a pelle diresti antipatica.
Lui stesso anno di liceo, poco studio e promozioni risicate, "...tanto alla fine mica farà l'astronauta: quello rileva l'albergo del padre..."

Ti distrai un istante e lo spumante finisce dritto per terra.
Il fotografo ti urla contro mentre lui, con irritante gentilezza, ti dice:
"Lo so che è una giornataccia, ma lei ci tiene tanto alle foto..."
Il sole è un disco di fuoco che incendia sui lombi.

Ancora il fotografo: "Basta versare, facciamo un bel brindisi...."

Ti ho visto girarti, furtivamente sputare in un calice.

"...e adesso giù, tutto di un sorso: viva gli sposi!!!"

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