22 luglio 2012

Discorso della montagna

Le bandiere, le urla, i fischi e i tamburi.
La piazza gremita e la folla su per le strade, fin dove si perde lo sguardo.
Il segretario estrae il discorso dal taschino ed inforca gli occhiali.
Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino.
Tira un sospiro, schiarisce la voce.

Dal fondo, come un contagio, il silenzio invade la piazza.
Silenzio in faccia agli esodati ed ai disoccupati organizzati.
Silenzio dove ballavano i ragazzi dei centri sociali.
Silenzio scuro sul volto dei minatori del Sulcis, silenzio e salsedine sulla faccia degli operai Fincantieri.

Un colpo di vento - forse - e il discorso vola dal leggio, si apre in cento fogli che iniziano a ballare su quella scia di teste.

Il segretario ci pensa un istante, alla fine inizia.
 "Sollievo a voi cassaintegrati, perché il vostro apporto sarà riconosciuto essenziale.
Sollievo a voi esodati, perché meritate rispetto per il servizio che avete svolto per anni.
Sollievo a voi pensionati, perché la dignità che dobbiamo garantirvi deriva dai vostri sforzi per questo Paese.
Sollievo a voi giovani in cerca di lavoro, perché il vostro futuro è in realtà quello di noi tutti.
Sollievo a voi precari vessati, a voi che ad ogni fine mese rimescolate il mazzo del vostro futuro, a voi in attesa della paga che vi spetta di diritto, perché la bontà del lavoro, alla quale oggi vi aggrappate come ad una scialuppa, vi rende l'unica vera risorsa che questo Paese possa dire di avere."


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