20 novembre 2012

Due bracciate



"Scusache, scusaaaa... sei tu Paole, l'istruttore di nuoto?"
Giovanni è gracile di fisico e pallido di carnagione.
Dalla corporatura a stento riesci a dargli i sedici anni che invece ha, rispetto ai quali pure la testa è rimasta indietro.
Non tutta, non uniformemente a dire il vero: le frasi, ad esempio, nelle quali spesso inciampa mischiando vocaboli e storpiando le finali delle parole.

"Devochedevo imparare a nuotare, Paole".
Lo dice per necessità, senza arroganza e senza l'aria di trasmettere un ordine ricevuto.
E questo mi piace.

No, in questo momento non sto guardando lui, guardo oltre.
Guardo la paura dell'acqua che trasmette, gli incoraggiamenti, le urla, lo spintone che sarà necessario a farlo tuffare ogni mattina.
Guardo la faccia che farà riemergendo, con un occhio aperto e uno chiuso, tossendo via la salsedine dai polmoni.
"Pazzochesei... pazzo completamente."

Poi - miracolosamente ma con grande naturalezza - si girerà sul dorso e tirerà due bracciate perfette.


7 novembre 2012

Viva gli sposi

Quello che avrei voluto dire - e non ho detto, perché ho problemi con i discorsi in pubblico, eppure giuro che avrei voluto - è che forse la Canzone dell'Amore Perduto non è proprio la più indicata per un matrimonio, vero maestro?!?

"L'Amore che strappa i capelli è perduto
resta soltanto qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza..."

Ho capito, allora chiudiamo la serata con una bella marcia funebre...


Il punto è che se le cose stanno così allora è tutto inutile, allora cosa stiamo qui a festeggiare oggi?
Mi consola solo la frase del poeta che dice che noi siamo i nostri stessi precursori, e che quelle che oggi ci sembrano le torri che abbiamo costruito sono solo le fondamenta dei palazzi che ancora dobbiamo edificare.

Questo vi auguro, cari C. e M.
Progetti più grandi, desideri più ambiziosi da inseguire, insieme.
Osate sognare.

Solo questo, eppure tutto questo.

Osate sognare.
Evviva gli sposi!