1 febbraio 2013

Mal di terra


Teteio l'ho visto muoversi sulle barche come non avevo mai visto nessuno prima, io che sulle barche ci sono nato.
L'ho visto camminare dritto sopravvento come Naomi sulla passerella, mentre intorno c'erano trenta nodi e la barca era sbandata a quarantacinque gradi.
Da riva l'ho visto staccare il timone in piena andatura ed attaccarsi la barca sotto il bacino, accucciato com'era sulla deriva, governandola a perfezione con alcuni sbandamenti altrimenti impercettibili del corpo.
"Signor Capo" l'ho ribattezzato, per via del portamento da Capitano.

Da qualche tempo Teteio si è portato il Mare anche a terra, dove non ne sa seguire il ritmo.
All'asciutto fa fatica a camminare dritto, mantiene un briciolo di equilibrio con enorme sforzo.

I dottori sentenziano, mostrano spiragli, si infervorano, si smentiscono a vicenda.

Teteio la mattina va alla spiaggia dei due Mari, che poi è da dove lo vedevo andare senza timone.
Si infila nella muta e nuota - sì, anche al mese di gennaio.
Dopo mezz'ora torna a terra e cammina - dritto - finché l'organismo (chissà come) si rende conto di non essere più a Mare.
Solo allora sbanda di nuovo e alla fine mette mano alle stampelle.

Ma pure il miracolo di stamattina è andato sprecato, mentre i dottori sono ancora intenti a litigare.

Nessun commento:

Posta un commento