16 aprile 2012

Cucciolo di giraffa

Questa non è la storia della gazzella che si sveglia e corre, né quella del leone che cerca di predarla.
Questa è la storia del cucciolo di giraffa, che si prende per benvenuto al mondo un volo di due metri. E, caduto a terra, senza sapere bene dove si trovi né cosa gli sia appena accaduto, deve mettersi in piedi su quei quattro spilli che da quel momento userà per zampe e seguire la madre.

Nessuno glielo ha spiegato, al cucciolo, di alzarsi in fretta; eppure in qualche modo capisce che non c'è spirito materno nel regno animale tale da giustificare la cura di un figlio incapace di reggersi in piedi.

Dopo un'infinità di schiaffi ricevuti dalla vita, dopo una marea di calci presi e dati, al minuto 31 di una partita qualunque PierMario crolla al suolo.
Senza capire cosa stia succedendo, sa solo che deve tirarsi su alla svelta.
Allora punta mani e piedi sull'erba del campo e fa forza.
Un attimo dopo è di nuovo faccia al terreno.

Prova ancora uno sforzo, mentre ormai è in apnea.
Quando capisce che non si solleverà, cerca con l'ultimo barlume di vista le sue gambe, solide e muscolose, che l'hanno portato fino ai campi della Serie A.
Infine crolla.

Chi lo ha soccorso non dimentica nel suo sguardo spento la sorpresa di essere stato tradito da ciò su cui - unicamente - faceva affidamento.


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