10 gennaio 2012

In fin dei conti

In fin dei conti non è un cattivo mestiere, "Compro Oro".

In fin dei conti il prezzo d'acquisto non sarà quello di mercato, ma neppure è una miseria.
Certo, ho un profitto sulla differenza tra il prezzo a cui acquisto e quello a cui rivendo ma in fin dei conti questo è il mercato, bellezza: dovrò pure ripagarmi le spese vive, il fitto del locale, l'indennità di cassa....

A dire il vero lo descrivono come un lavoro rischioso, ma a nessuno è mai saltato in mente di venire a toccare i soldi che custodisco - e, in fin dei conti, sono tanti; ma io non ci sono attaccato morbosamente, come gli altri: i soldi vanno e vengono (anche se, in fin dei conti, preferisco quando vengono).

Non tocca a me indagare sulle fonti da cui arriva il denaro che utilizzo: in fin dei conti non sono il padrone di tutta la catena, sono soltanto un negoziante affiliato.
E nemmeno mi interesso sulla provenienza dell'oro che acquisto: a me basta che mi si esponga un documento di riconoscimento che, in fin dei conti, neanche guardo.

In fin dei conti, alle volte faccio pure del Bene.

Capitano i disperati che hanno venduto tutto.
Tutto.
Pure le fedi si so venduti, ma gli servono ancora soldi.

Ed io presto.
Al 15, alle volte al 20.
Mica molto di più delle banche, in fin dei conti...


Nessun commento:

Posta un commento