20 maggio 2011

Cambio di voto

Appena superata la curva dopo il passaggio a livello, nella penombra, la vespa che lo precede si mette di traverso per la strada.
Quello seduto dietro scende.
Con una mano toglie il casco integrale, scoprendo degli occhi senza emozioni che non c'entrano niente con i lineamenti da bambino.
Con una pistola nell'altra mano punta attraverso il parabrezza il petto del sindaco.

La macchina che segue inchioda facendo urlare le gomme sull'asfalto.
Si accendono gli abbaglianti, si spalancano le portiere posteriori: scendono due uomini e quattro mitra.

Il bambino in piedi davanti alla macchina e la sua pistola fissano il sindaco per il tempo sufficiente a fargli capire cosa stia accadendo, per fargli riavvolgere il nastro fino all'ultimo comizio della recente campagna elettorale.

"Un popolo che accetta di prestarsi a logiche clientelari, a raccomandazioni e a favori politici in cambio di voti è un popolo così intimamente convinto della propria mediocrità, così impantanato nella sua condizione di sudditanza da essersi dimenticato completamente della propria Sovranità e dei propri inalienabili Diritti.

Ma noi non siamo quel popolo...

NOI NON SIAMO QUEL POPOLO!"

Poi urla, applausi e sventolìo di bandiere.

Il bambino intuisce il luccichio negli occhi del sindaco, aspetta ancora due o tre secondi e poi spara.
Esplode il parabrezza, è trapassata la cintura di sicurezza, il corpo, il sedile.

Il tempo di vedere la fascia tricolore preferire il rosso al bianco e al verde, poi quelli col mitra completano l'opera.



In memoria di Angelo Vassallo.

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