27 agosto 2011

Taranta Power

Si gonfia e sbuffa come un mantice la lunga gonna bianca e i suoi ricami saltellano per aria, insieme ai nastri colorati legati ai polsi e alle caviglie.
Simona gira su se stessa come una trottola: sono un caleidoscopio le luci della piazza, la gente accalcata alle bancarelle, il sudore e le spallate di chi le balla affianco, il colpo secco delle nacchere e quello profondo della tammorra.

Ogni giro scarica dalla sua testa il traffico, i semafori, la metropolitana, la gente  di corsa, la puzza di smog, le serate di pioggia nella grande città.
Ogni giro allontana le preoccupazioni, il contratto in scadenza, l'affitto da pagare, l'ansia di non riuscire mai a sposare Giacomo.


Giacomo esce dall'ufficio a mille chilometri di distanza.
Esce in giacca ecravatta, pure se è ferragosto.
Si avvia a passo lento per l'enorme piazza, piena solamente di piccioni.
Pensa che Simona adesso sta ballando, come quando lui era sul palco con la chitarra in mano.
Sembra passato un secolo, pare il ricordo di una vita che non è la sua.
Con rabbia allenta il nodo al collo, perchè la cravatta lo sta soffocando.


Batte la tammorra, ed il tallone al suolo.
Batte e schizza il sangue verso il cuore.
E il cuore segue il moto della fisarmonica:
mescola sangue e musica, tenendo il ritmo.


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