22 settembre 2011

Vistamare

Marco sdraiato di fianco a Roberta sul sediolino lato passeggero della Yaris di sua madre.

Marco appena sudato, con i muscoli che tremano ancora, con una mano disappanna un angolo del finestrino posteriore che non hanno fatto in tempo a oscurare, tanta era la fretta di stringersi.

Marco alza appena la testa e scopre attraverso il piccolo varco nella condensa il grandangolo sul Golfo, bagnato della luce crepuscolare che solo le giornate fredde e secche di febbraio sanno offrire.
C'è perfino la prima stella della sera, un palmo più su del cratere del Vesuvio.

Roberta un po' lo bacia sul collo, un po' guarda fuori anche lei.

In questo momento, con la strada vuota per la partita del Napoli, il rumore del mare attraversa la carreggiata e arriva fino alla piazzola di sosta.
Marco e Roberta pensano che tutto questo sia lì per loro, addirittura che sia SOLO loro e si sentono EREDI, a loro modo grati di tanta bellezza.
Non c'è posto, ora, nelle loro teste per i problemi, le ansie, le preoccupazioni; sono sicuri, ora, che non ne arriveranno, mai.

Dalla galleria arrivano invece i fari di un auto che poi lentamente parcheggia nella stessa piazzola, più distante che può.
Marco e Roberta si rivestono in silenzio, muovendosi il minimo e risollevando il sedile.
Poi l'urlo della Yaris che si accende copre il canto delle onde.

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