18 settembre 2011

Pirotecnica

Sasà ha iniziato a pulire portoni appena finite le scuole.
Pian piano è passato alle ville vesuviane, ai primi uffici, ha coinvolto quella che sarebbe diventata sua moglie e poi ha messo in piedi la ditta che oggi da lavoro a tre ragazze del posto - scelte non per campanilismo, ma semplicemente perchè costano meno delle rumene.

Alle sue dipendenti ripete ossessivamente di riportare a lui ogni problema logistico in cui si imbattono, ma di lasciare il posto più pulito che se fosse casa propria.

Sasà combatte quotidianamente con i ritardi di pagamento, la crisi, le aste al ribasso, il direttore della banca; ma lo fa con la forza di un giocatore di rugby e sempre son il sorriso stampato in faccia, anche quando mastica amaro.
C'è solo una cosa che spegne il sorriso di Sasà: i fuochi a giorno.

Con cadenza mensile pressocchè immutabile, in pieno giorno, da zone abbandonate del litorale vengono sparati fuochi d'artificio.
Ora, escludendo che si tratti di un santo patrono particolarmente ricorrente, si fa presto a capire che quei fuochi sono un messaggio in codice: potrebbero segnalare, ad esempio, la ricezione di un carico in buono stato.
E' il segreto di Pulcinella, in città lo sanno tutti - tutti tranne le forze dell'ordine, naturalmente, le cui caserme sono peraltro proprio a ridosso del litorale.

Questo infastidisce Sasà, ma non è ciò che lo manda in bestia: a queste latitudini come vanno le cose lo si impara da piccoli.
Ciò che gli annebbia la vista è la scelta dei fuochi di artificio.
Basterebbero dei semplici botti per recare lo stesso messaggio.
Invece con i fuochi sparati di giorno, quando nessuno può goderli, è trasmessa l'informazione aggiuntiva dello SPRECO a cui non c'è bisogno di badare, perchè marginale rispetto al ricavo ottenuto con quella partita.
E' un sistema di controllo del territorio molto migliore di qualsiasi pubblicità o intimidazione.

Ogni volta che iniziano i fuochi, anche quando è di fretta, anche quella volta che era in ritardo mostruoso e in banca il direttore era rimasto da solo ad aspettarlo, Sasà accosta, sputa sulla sua terra e la maledice.

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