4 novembre 2011

En plein air

Lame di luce filtrano dagli spiragli della persiana non del tutto serrata e si allungano sul pavimento nella stanza buia.
Percepisco il chiarore che aumenta senza sollevare le palpebre.
Per un bicchiere di troppo l'uscita di ieri sera mi ha lasciato in eredità la bocca acre ed un sottile mal di testa.
Tra non so quanto, suonerà la sveglia, con il tono più seccante e fastidioso che sa emettere.
Non controllo l'ora, cerco di non disperdere il tepore, scaccio i pensieri per guadagnare qualche altro minuto di sonno.
Ma quelli non se ne vanno.

Non solo è lunedì.
E' il lunedì dello sciopero dei mezzi, fermi tutta la giornata fuorchè nelle fasce protette in cui ci azzufferemo per un posto a sedere sul tram, impeccabili nelle nostre giacche e cravatte.
E' il lunedì delle consegne in ufficio, in cui cose discrete vengono rifatte da capo per essere perfezionate, finchè - a tarda sera - non risultano, finalmente, inutilizzabili.
E' il lunedì di ritiro delle pensioni e mi tocca - chissà quando e chissà come - andare a pagare le bollette alla posta.
Mettere il piede nudo sul pavimento freddo richiede praticamente un atto di coraggio.

Bi-bip, bi-bip, bi-bip, bi-bip, bi-bip...


Di questa sveglia ammiro l'insistenza.
Mi arrendo, mi alzo, do una manata alla cieca per fermare l'allarme, tiro su la persiana.
Tutto con gli occhi ancora rigorosamente chiusi.

Li apro.
Mi esplode in faccia l'estate a novembre.
Fin dove riesco a vedere, c'è aria limpida su Mare scurissimo.
Mi accorgo che sorrido.
It's a beautiful day.

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